È una direttiva UE che ha lo scopo di contrastare l’evasione fiscale delle attività online attraverso lo scambio di informazioni sulle vendite tra le piattaforme online.
Verranno inviati i dati anagrafici (compreso il codice fiscale e eventuale partita IVA) di tutti i soggetti che hanno effettuato più di 30 operazioni per un totale superiore ai 2.000 euro.
ESEMPIO
- Per chi non ha la partita IVA verrà quasi certamente contestata l’attività di impresa che vuol dire che avrebbe dovuto aprire la partita IVA e dichiarare sul modello UNICO quanto incassato e pagarci sopra le tasse
- Per chi ha la partita IVA invece ci sarà una verifica fra quanto dichiarato negli incassi sul modello UNICO e quanto comunicato dalle piattaforme. Se le piattaforme comunicheranno importi maggiori rispetto a quanto dichiarato sul modello UNICO scatterà un controllo al contribuente
COSA COMPORTERÀ
1. la fine del piccolo commercio in nero
2. definizione del e-commerce “occasionale”
Uno dei problemi legati all’e-commerce è sempre stata la mancanza di occasionalità. Come sai le attività occasionali non sono soggette a partita IVA mentre quelle abituali devono aprirla.
Tralasciando la leggenda metropolitana che sotto i 5.000 euro si possa operare senza la partita IVA, il problema dell’e-commerce è sempre stato che, per sua natura, non poteva essere “occasionale”.
I siti internet sono online 7 giorni su 7 e 24 ore su 24.
Pertanto non potevano essere occasionali.
La normativa DAC7 prevede invece che vengano segnalati tutti i soggetti che effettuano più di 30 transazioni per un importo totale di oltre 2.000 euro.
Viene posto quindi un limite al di sotto del quale il fisco non interviene. Non si tratta di una definizione esplicita ma di fatto se sotto le 30 transazioni e i 2.000 euro non c’è controllo e possiamo ipotizzare un “liberi tutti”.
CHI HA UN PROPRIO SITO DEVE COMUNICARE QUALCOSA AL FISCO?
No. La normativa DAC7 vale solo per chi fa da piattaforma per conto di terzi. Quindi se voi vendete direttamente con un vostro sito non dovete comunicare nulla all’AdE.
Attenzione però: la normativa prevede che vengano conservati i dati delle transazioni di e-commerce per 10 anni! Quindi assicuratI che il tuo prodotto di e-commerce non cancelli i dati periodicamente perché potresti essere sanzionat* in caso di verifica.
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