Al 30 di novembre tutti i contribuenti versano una tassa, ma in pochi sanno cosa sia o se siano obbligati al pagamento, sto parlando del famigerato “acconto di novembre”.
La legge italiana, infatti, prevede che, insieme alle tasse e i contributi dell’anno (calcolati sui redditi dell’anno precedente), si debba versare anche un acconto delle tasse e dei contributi per l’anno successivo.
Questa tassa è calcolata in percentuale su quello che hai pagato nella tua ultima dichiarazione dei redditi:
– il 100% per quanto riguarda le tasse
– l’80% per quanto riguarda i contributi.
Gli acconti vengono versati in due rate uguali, la prima con la dichiarazione dei redditi (di solito il 30 giugno) e la seconda il 30 novembre.
L'ESEMPIO PRATICO
Supponiamo che un forfettario iscritto alla gestione separata abbia avuto un reddito di 10.000 euro nel 2022.
Le tasse per il 2022 (che si pagano nel 2023) saranno pari a 1.500 euro, mentre i contributi ammonteranno a 2.572,00 euro.
La legge prevede che il contribuente oltre alle tasse relative ai redditi del 2022, debba versare degli acconti sui redditi presunti dell’anno 2023, questi acconti (come detto) sono pari al 100% delle tasse, quindi euro 1.500 e all’80% dei contributi, nel nostro esempio 2.057,60.
Tasse e contributi 2022 |
Acconto per 2023 |
|
Reddito |
10.000,00 |
|
Tasse (15%) |
1.500,00 |
1.500,00 |
Contributi (25,72%) |
2.572,00 |
2.057,60 |
Queste cifre vengono pagate in due rate:
– una insieme alla dichiarazione dei redditi
– l’altra al 30 di novembre.
Quindi nel nostro caso il forfettario pagherà gli acconti sul 2022 come segue:
Con UNICO2023 (redditi 2022) |
Novembre 2023 |
|
Tasse (15%) |
750,00 |
750,00 |
Contributi (25,72%) |
1.028,80 |
1.028,80 |
Quindi la tassa del 30 di novembre altro non è che la seconda parte dell’acconto tasse per l’anno successivo.
METODO STORICO E METODO PREVISIONALE
L’acconto di novembre è obbligatorio, ma non è detto che si debba per forza versare la somma calcolata sulle tasse e sui contributi riferiti ai redditi dell’anno precedente.
Il conteggio del mio esempio, infatti, è stato effettuato usando il metodo storico, ovvero quello che di norma viene usato dai consulenti perché è automatico (pesca i dati da numeri che sono già in possesso del consulente), ma ne esiste un altro: il metodo previsionale.
Il metodo previsionale si applica nel caso tu preveda di chiudere l’anno con un reddito inferiore a quello dell’anno precedente. In questa situazione la legge ti consente di ricalcolare gli acconti secondo la tua previsione di reddito per l’anno in corso.
Il metodo previsionale in teoria potrebbe essere utilizzato anche per l’acconto di giugno, solo che sarebbe difficile riuscire a prevedere a giugno quale potrebbe essere il reddito a fine anno, ecco perché questo metodo di norma si usa solo a novembre.
L'ESEMPIO PRATICO
Prendiamo l’esempio di prima, e ipotizziamo che il reddito stimato del 2023 sia inferiore a quello del 2022, diciamo 7.000 euro anziché 10.000.
Le tasse dovute su 7.000 euro sono 1.050 euro e uguale sarà l’acconto (ricordi? L’acconto sulle tasse si calcola al 100%).
I contributi invece ammontano a 1.800,40 euro e l’acconto sarà pari a 1.440,32 (i contributi invece si calcolano all’80%).
Acconto dovuto per 2023 |
||
Reddito stima 2023 |
7.000,00 |
|
Tasse (15%) |
1. 050,00 |
1.050,00 |
Contributi (25,72%) |
1.800,40 |
1.440,32 |
Considerando che a giugno avrai già versato una parte di questo acconto, ecco come verrà ricalcolato l’acconto di novembre:
Acconto ricalcolato |
Acconto già versato |
Acconto novembre |
|
Tasse |
1.050,00 |
750,00 |
300,00 |
Contributi |
1.440,32 |
1.028,80 |
411,52 |
711,52 |
Con questo metodo a novembre dovrai versare 711 euro invece di 1.778, non male visto che stiamo parlando di ricalcolare un acconto su soldi che presumibilmente non incasserai.
Importante: nel caso in cui la tua previsione sugli incassi si rivelasse errata in senso positivo (maggiori incassi di quelli immaginati) la differenza rispetto a quanto non versato in acconto la verserai con la tua successiva dichiarazione dei redditi aumentata di una sanzione di circa il 4%.
I CAMBIAMENTI DEL 2023
Questo ci dice che con l’indicazione “imposte sul reddito” sono ricomprese anche le imposte sostitutive e quindi sono compresi nel rinvio anche i forfettari.
- il 30 novembre 2023 si pagheranno gli acconti dei contributi previdenziali (in genere la maggior parte dell’importo dovuto come acconto dai forfettari)
il 16 gennaio 2024 si pagherà il secondo acconto delle imposte sui redditi in unica soluzione. In alternativa sarà possibile pagarla in cinque rate mensili (dal 16 gennaio al 16 maggio con un interesse del 4% annuo sulle rate successive alla prima).
Naturalmente puoi comunque scegliere di pagare in un’unica rata.
COSA PUÒ FARE FORFETTAPP PER TE
Con ForfettApp il calcolo viene fatto in automatico dall’intelligenza artificiale che è sempre collegata al tuo cassetto fiscale.
In questo modo, quale che sia la tua scelta, il sistema effettuerà il conteggio in modo da farti versare non un generico “acconto” bensì quanto effettivamente dovuto.